Mardy (Articoli su Syria)http://mardy.it/it/categories/syria.atom2024-02-02T20:10:58ZAlberto MardeganNikolaCammino quindi penso - 2018-09-20 - Abbattimento aereo militare russo: responsabilihttp://mardy.it/it/blog/2018/09/cammino-quindi-penso-2018-09-20.html2018-09-20T16:15:00+03:002018-09-20T16:15:00+03:00Alberto Mardegan<center>
<iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/IDS0TdNlXKA" frameborder="0" allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen></iframe>
</center>
<p>L'aereo militare russo abbattuto in Siria nei giorni scorsi ha scatenato un giro di accuse tra Siria e Israele. Tuttavia vi è un altro responsabile, che ha posto tutte le condizioni affinché questo incidente accadesse.</p><center>
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<p>L'aereo militare russo abbattuto in Siria nei giorni scorsi ha scatenato un giro di accuse tra Siria e Israele. Tuttavia vi è un altro responsabile, che ha posto tutte le condizioni affinché questo incidente accadesse.</p>Cammino quindi penso - 2018-04-21 - Vi spiego perché la notizia delle ar...http://mardy.it/it/blog/2018/04/cammino-quindi-penso-2018-04-21-vi.html2018-04-21T19:32:00+03:002018-04-21T19:32:00+03:00Alberto Mardegan<div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/Nwe0tuprEtE" width="480"></iframe></div>
<p>Entriamo nel merito della veridicità delle notizie sull'attacco chimico del 7 aprile a Douma: vi spiego perché io sia profondamente convinto che si tratti di una messa in scena, e che questo attacco nella realtà non vi sia mai stato.</p>
<p>Nel video cito l'articolo di Robert Fisk sull'independent, che potete trovare <a href="https://www.independent.co.uk/voices/syria-chemical-attack-gas-douma-robert-fisk-ghouta-damascus-a8307726.html" target="_blank">qui</a>.</p><div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/Nwe0tuprEtE" width="480"></iframe></div>
<p>Entriamo nel merito della veridicità delle notizie sull'attacco chimico del 7 aprile a Douma: vi spiego perché io sia profondamente convinto che si tratti di una messa in scena, e che questo attacco nella realtà non vi sia mai stato.</p>
<p>Nel video cito l'articolo di Robert Fisk sull'independent, che potete trovare <a href="https://www.independent.co.uk/voices/syria-chemical-attack-gas-douma-robert-fisk-ghouta-damascus-a8307726.html" target="_blank">qui</a>.</p>Cammino quindi penso - 2018-04-16 - Un caldo finesettimana in Siriahttp://mardy.it/it/blog/2018/04/cammino-quindi-penso-2018-04-16-un.html2018-04-16T15:56:00+03:002018-04-16T15:56:00+03:00Alberto Mardegan<div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="https://www.youtube.com/embed/Um9V8cLYdXs" width="459"></iframe></div><br><br>
I bombardamenti di questo fine settimana in Siria sono l'ennesimo episodio di un perverso gioco di potere, che secondo me la Russia sta interpretando molto male.<div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="https://www.youtube.com/embed/Um9V8cLYdXs" width="459"></iframe></div><br><br>
I bombardamenti di questo fine settimana in Siria sono l'ennesimo episodio di un perverso gioco di potere, che secondo me la Russia sta interpretando molto male.Cammino quindi penso - 2018-04-10 - Siria, propaganda per la guerrahttp://mardy.it/it/blog/2018/04/cammino-quindi-penso-2018-04-10-siria.html2018-04-10T06:39:00+03:002018-04-10T06:39:00+03:00Alberto Mardegan<div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="https://www.youtube.com/embed/tJq0pWi_TTo" width="459"></iframe></div><br><br>
<span style="background-color: white; color: #111111; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;">Attacchi chimici contro i civili, minacce di interventi militari, proposte di investigazioni su Douma al consiglio di sicurezza dell'ONU. Quale destino si prepara per la Siria?</span><div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="https://www.youtube.com/embed/tJq0pWi_TTo" width="459"></iframe></div><br><br>
<span style="background-color: white; color: #111111; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; white-space: pre-wrap;">Attacchi chimici contro i civili, minacce di interventi militari, proposte di investigazioni su Douma al consiglio di sicurezza dell'ONU. Quale destino si prepara per la Siria?</span>Cammino quindi penso - 2017-02-20 - La storia di Ahmed Chataevhttp://mardy.it/it/blog/2017/02/cammino-quindi-penso-2017-02-20-la.html2017-02-20T20:37:00+03:002017-02-20T20:37:00+03:00Alberto Mardegan<div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/Pj7DV7waXWA?list=PLKUiV5WyrCmsmjJ3Pq8sN-_jywSMuuFo8" width="480"></iframe></div><div style="text-align: center;"><br></div>Questa storia ci tocca da vicino, benché il protagonista ci sia probabilmente sconosciuto. Ma vale la pena rifletterci sopra.<br><br>
<br><br>
Link citato nel video: <a href="https://www.amnesty.org/en/documents/eur50/002/2010/en/" target="_blank">Amnesty International</a> sulla decisione della commissione europea per i diritti umani di sollecitare l'Ucraina a non procedere con l'estradizione.<br><br>
<br><div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/Pj7DV7waXWA?list=PLKUiV5WyrCmsmjJ3Pq8sN-_jywSMuuFo8" width="480"></iframe></div><div style="text-align: center;"><br></div>Questa storia ci tocca da vicino, benché il protagonista ci sia probabilmente sconosciuto. Ma vale la pena rifletterci sopra.<br><br>
<br><br>
Link citato nel video: <a href="https://www.amnesty.org/en/documents/eur50/002/2010/en/" target="_blank">Amnesty International</a> sulla decisione della commissione europea per i diritti umani di sollecitare l'Ucraina a non procedere con l'estradizione.<br><br>
<br>L’America e la nostra sudditanza mediaticahttp://mardy.it/it/blog/2017/01/lamerica-e-la-nostra-sudditanza.html2017-01-14T12:56:00+03:002017-01-14T12:56:00+03:00Alberto Mardegan<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://mardy.it/archivos/imagines/blog/8529e3fc53b90a2dcc54c21728fbefa6-Powell-anthrax-vial.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://mardy.it/archivos/imagines/blog/8529e3fc53b90a2dcc54c21728fbefa6-Powell-anthrax-vial.jpg"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Colin Powell esibisce le prove delle (inesistenti) armi chimiche irachene</td></tr>
</tbody></table>
<p>Lo dico subito, per chi sia capitato sul mio blog per la prima volta: da poco più di un anno vivo in Russia. Dopo 8
anni vissuti in Finlandia, mi è toccato attraversare ancora il
confine e andare a vivere in uno dei paesi meno liberi del pianeta, e
crescere lì i miei due figli. Poverini. Ma parliamo d’altro.</p>
<p>Mi informo consultando i siti della BBC e RT
(precedentemente noto come Russia Today) e, per quanto riguarda
l’Italia, de Il Fatto Quotidiano e le registrazioni
di La 7. Ed è proprio su questo canale che, rivedendo la <a href="https://youtu.be/21F2xfsNdzY?t=45m12s">puntata
di Di Martedì del 10 gennaio</a>, il mio animo si è sollevato
ascoltando Marco Travaglio affermare
il bisogno di affrancarsi dalla sudditanza dagli
Stati Uniti. La mia gioia tuttavia è durata poco, perché le
affermazioni che sono seguite, e che mi appresto a commentare,
dimostrano come esista un altro tipo di sudditanza, meno percepibile
e per questo più pervasiva, che chiamerei “sudditanza mediatica”.
È fatta di “verità” accettate acriticamente, aggirando la
nostra diffidenza e capacità analitica; di martellamenti di
dichiarazioni che rimbalzano da una parete all’altra, in una camera
dell’eco perfettamente sigillata che non concede varco ad altre,
alternative e scomode, narrazioni della verità.</p>
<p>Entriamo nel merito. L’affermazione di Marco Travaglio secondo
cui Assad sarebbe un “tagliagole che non fa certamente rimpiangere
l’ISIS” è passata del tutto indisturbata, senza alcun commento
da parte di alcuno degli ospiti presenti in studio, incluso Luigi di
Maio, come una verità ormai assodata, che non ha bisogno di
ulteriori spiegazioni o argomenti a supporto. È la “verità” che
ci è stata passata dalla NATO e da una miriade di testate
giornalistiche e organizzazioni “umanitarie”, sempre legate alla
sfera di interessi occidentale, che non hanno personale operante nel
suolo siriano ma che ritrasmettono comunicati di presunti “attivisti”
che sono inevitabilmente feroci oppositori di Assad, quando non
addirittura ribelli islamici radicali o membri di organizzazioni
terroristiche. Lo so, non mi credete. Eppure non abbiamo difficoltà
a credere che Assad sia un tagliagole, che l’esercito siriano abbia
sterminato 82 civili durante le fasi finali dell’attacco su Aleppo,
che gli aerei della coalizione governativa bombardino
intenzionalmente ospedali, scuole e mercati appositamente per colpire
i civili. Senza che sia necessario portare alcuna prova a supporto di
questi fatti. Senza che sia necessario chiedersi per quale oscuro
motivo Assad dovrebbe volere la morte della popolazione del suo
paese.</p>
<p>
Lo scienziato statunitense Noam Chomsky <a href="https://youtu.be/7g2OwQcuhXY?t=18m2s" target="_blank">lo ha spiegato</a> già 25
anni fa, in un documentario intitolato “La fabbrica del consenso”
(che <a href="https://www.youtube.com/watch?v=BVoJMtbgNSw" target="_blank">trovate anche in YouTube</a>, con sottotitoli in italiano): “Puoi
ripetere solamente pensieri convenzionali. [...] Se dico che Gheddafi
è un terrorista, che Khomeini è un assassino, che i Russi hanno
invaso l’Afghanistan, non ho bisogno di alcuna prova. Tutti
annuiscono. Ma se dico qualcosa che non rientri tra le litanie
convenzionalmente rigurgitate [dai media], se dico qualcosa di
leggermente imprevisto o controverso, come che le più grandi
operazioni di terrorismo internazionale conosciute a tutt’oggi sono
quelle pilotate de Washington, o che [...] gli Stati Uniti stanno
invadendo il sud del Vietnam [...], beh, la gente si aspetterebbe –
e a buon ragione! – una spiegazione [...]. Quando dici queste cose
è bene avere delle prove, anzi una valanga di prove, perché sono
affermazioni strabilianti. Ma non puoi farlo, se c’è il vincolo
della concisione [imposto dai media].” Ovvero, chi racconta verità
non allineate alla narrazione dominante ha bisogno di prove solide, e
di tempo per raccontarle. Ed anche qualora queste condizioni fossero
soddisfatte, resta la disparità di peso tra una voce sola e un coro
di voci ad essa contrarie.</p>
<p>
L’ironia della sorte vuole che in questo caso sia addirittura
impossibile portare prove: come possiamo dimostrare che Assad non sia
un tagliagole? Il massimo che si può fare è mostrare come le prove
contro di lui siano deboli, facilmente alterabili, tutto qui. E pure
questo può comunque avvenire soltanto dopo che queste prove siano
state esibite, e non semplicemente citate. Ma in questo caso (e in
molti casi analoghi) la prova è la testimonianza, sempre indiretta,
delle solite organizzazioni “umanitarie” di cui tutti ci fidiamo.
E a sua volta queste organizzazioni citano come prova altre persone
di cui si fidano; ed è proprio in questa catena di fiducia che
spesso si annida l’errore: per stabilire la verità non basta il
passaparola, serve l’esibizione di prove concrete. Peccato che, in
una società convinta della propria esattezza, la stessa richiesta di
esibire le prove venga vista come un atto sovversivo, e chi lo
commette viene definito cospirazionista o negazionista.</p>
<p>
Veniamo all’altra
affermazione di Marco Travaglio:
“[nella Russia di Putin] i giornalisti scomodi di solito [...]
vengono ammazzati prima”. Un’affermazione
tristemente vera, ma fuorviante se non la inquadriamo nella giusta
prospettiva. Per prima cosa, bisogna ricordare come, secondo i <a href="https://cpj.org/killed/europe/russia/">dati
del CPJ</a> (Comitato per la protezione dei giornalisti, con sede a
New York) sono stati uccisi più giornalisti durante il decennio di
Yeltsin, presidente amatissimo
dall’occidente, che durante questi 17
anni di staffetta tra Putin e Medvedev. E negli ultimi 5 anni i
numeri sono scesi drasticamente, al punto che la Russia è stata
superata dall’Ucraina (pure se escludiamo i giornalisti uccisi
nelle zone del conflitto), di cui però nessuno parla. In secondo
luogo, i giornalisti che criticano Putin e i potenti in generale non
sono quelli più vulnerabili, anzi: i più vulnerabili sono quelli
che mettono i bastoni tra le ruote ai potentati locali, sia in Russia
(specialmente nelle tumultuose repubbliche della Cecenia e del Dagestan) sia nel
resto del mondo. I capi di stato hanno modi molto più indolore –
ed efficaci – per silenziare le voci critiche, che vanno dagli
editti bulgari alla semplice noncuranza. L’attenzione
mediatica che segue l'omicidio di un loro oppositore è l’ultima
cosa che possano desiderare. Non è un caso
che la scorta ce l’abbia Roberto Saviano,
che non ha mai disturbato alcun grosso politico, e non Travaglio, che
invece non ha mai risparmiato critiche a tutti i nostri governanti.</p>
<p>
Vi offro un ulteriore
spunto: Abby Martin, una conduttrice di RT (rete internazionale
sponsorizzata dal Cremlino, e spesso citata come esempio di
propaganda russa), al termine della sua trasmissione “Breaking the
Set” del 3 marzo 2014 si alzò in piedi e per un intero minuto
parlò “dal suo cuore”, scagliandosi contro l’occupazione
militare della Crimea operata dalla Russia. Sapete che avvenne
di lei? Ebbene, nessuno all’interno della
rete la attaccò, e poté condurre la sua trasmissione ancora per un
altro anno, finché lei stessa decise di andarsene – per tutt'altri motivi. Nella libera America, di contro, Phil Donahue di MSNBC e Peter Arnett di NBC (due network
americani), che nel 2003 si schierarono contro la guerra in Iraq,
furono licenziati in tronco.</p>
<p>Ecco, se vogliamo
liberarci dalla sudditanza nei confronti degli Stati Uniti, iniziamo
da quella mediatica: chiediamo ai nostri giornalisti, iniziando da
quelli indipendenti come Marco Travaglio, di trattare le notizie
dall’estero con la stessa cura con cui trattano le vicende
nazionali, invece che assumerle come verità accertate. Potremmo
scoprirne delle belle.</p></div><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://mardy.it/archivos/imagines/blog/8529e3fc53b90a2dcc54c21728fbefa6-Powell-anthrax-vial.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://mardy.it/archivos/imagines/blog/8529e3fc53b90a2dcc54c21728fbefa6-Powell-anthrax-vial.jpg"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Colin Powell esibisce le prove delle (inesistenti) armi chimiche irachene</td></tr>
</tbody></table>
<p>Lo dico subito, per chi sia capitato sul mio blog per la prima volta: da poco più di un anno vivo in Russia. Dopo 8
anni vissuti in Finlandia, mi è toccato attraversare ancora il
confine e andare a vivere in uno dei paesi meno liberi del pianeta, e
crescere lì i miei due figli. Poverini. Ma parliamo d’altro.</p>
<p>Mi informo consultando i siti della BBC e RT
(precedentemente noto come Russia Today) e, per quanto riguarda
l’Italia, de Il Fatto Quotidiano e le registrazioni
di La 7. Ed è proprio su questo canale che, rivedendo la <a href="https://youtu.be/21F2xfsNdzY?t=45m12s">puntata
di Di Martedì del 10 gennaio</a>, il mio animo si è sollevato
ascoltando Marco Travaglio affermare
il bisogno di affrancarsi dalla sudditanza dagli
Stati Uniti. La mia gioia tuttavia è durata poco, perché le
affermazioni che sono seguite, e che mi appresto a commentare,
dimostrano come esista un altro tipo di sudditanza, meno percepibile
e per questo più pervasiva, che chiamerei “sudditanza mediatica”.
È fatta di “verità” accettate acriticamente, aggirando la
nostra diffidenza e capacità analitica; di martellamenti di
dichiarazioni che rimbalzano da una parete all’altra, in una camera
dell’eco perfettamente sigillata che non concede varco ad altre,
alternative e scomode, narrazioni della verità.</p>
<p>Entriamo nel merito. L’affermazione di Marco Travaglio secondo
cui Assad sarebbe un “tagliagole che non fa certamente rimpiangere
l’ISIS” è passata del tutto indisturbata, senza alcun commento
da parte di alcuno degli ospiti presenti in studio, incluso Luigi di
Maio, come una verità ormai assodata, che non ha bisogno di
ulteriori spiegazioni o argomenti a supporto. È la “verità” che
ci è stata passata dalla NATO e da una miriade di testate
giornalistiche e organizzazioni “umanitarie”, sempre legate alla
sfera di interessi occidentale, che non hanno personale operante nel
suolo siriano ma che ritrasmettono comunicati di presunti “attivisti”
che sono inevitabilmente feroci oppositori di Assad, quando non
addirittura ribelli islamici radicali o membri di organizzazioni
terroristiche. Lo so, non mi credete. Eppure non abbiamo difficoltà
a credere che Assad sia un tagliagole, che l’esercito siriano abbia
sterminato 82 civili durante le fasi finali dell’attacco su Aleppo,
che gli aerei della coalizione governativa bombardino
intenzionalmente ospedali, scuole e mercati appositamente per colpire
i civili. Senza che sia necessario portare alcuna prova a supporto di
questi fatti. Senza che sia necessario chiedersi per quale oscuro
motivo Assad dovrebbe volere la morte della popolazione del suo
paese.</p>
<p>
Lo scienziato statunitense Noam Chomsky <a href="https://youtu.be/7g2OwQcuhXY?t=18m2s" target="_blank">lo ha spiegato</a> già 25
anni fa, in un documentario intitolato “La fabbrica del consenso”
(che <a href="https://www.youtube.com/watch?v=BVoJMtbgNSw" target="_blank">trovate anche in YouTube</a>, con sottotitoli in italiano): “Puoi
ripetere solamente pensieri convenzionali. [...] Se dico che Gheddafi
è un terrorista, che Khomeini è un assassino, che i Russi hanno
invaso l’Afghanistan, non ho bisogno di alcuna prova. Tutti
annuiscono. Ma se dico qualcosa che non rientri tra le litanie
convenzionalmente rigurgitate [dai media], se dico qualcosa di
leggermente imprevisto o controverso, come che le più grandi
operazioni di terrorismo internazionale conosciute a tutt’oggi sono
quelle pilotate de Washington, o che [...] gli Stati Uniti stanno
invadendo il sud del Vietnam [...], beh, la gente si aspetterebbe –
e a buon ragione! – una spiegazione [...]. Quando dici queste cose
è bene avere delle prove, anzi una valanga di prove, perché sono
affermazioni strabilianti. Ma non puoi farlo, se c’è il vincolo
della concisione [imposto dai media].” Ovvero, chi racconta verità
non allineate alla narrazione dominante ha bisogno di prove solide, e
di tempo per raccontarle. Ed anche qualora queste condizioni fossero
soddisfatte, resta la disparità di peso tra una voce sola e un coro
di voci ad essa contrarie.</p>
<p>
L’ironia della sorte vuole che in questo caso sia addirittura
impossibile portare prove: come possiamo dimostrare che Assad non sia
un tagliagole? Il massimo che si può fare è mostrare come le prove
contro di lui siano deboli, facilmente alterabili, tutto qui. E pure
questo può comunque avvenire soltanto dopo che queste prove siano
state esibite, e non semplicemente citate. Ma in questo caso (e in
molti casi analoghi) la prova è la testimonianza, sempre indiretta,
delle solite organizzazioni “umanitarie” di cui tutti ci fidiamo.
E a sua volta queste organizzazioni citano come prova altre persone
di cui si fidano; ed è proprio in questa catena di fiducia che
spesso si annida l’errore: per stabilire la verità non basta il
passaparola, serve l’esibizione di prove concrete. Peccato che, in
una società convinta della propria esattezza, la stessa richiesta di
esibire le prove venga vista come un atto sovversivo, e chi lo
commette viene definito cospirazionista o negazionista.</p>
<p>
Veniamo all’altra
affermazione di Marco Travaglio:
“[nella Russia di Putin] i giornalisti scomodi di solito [...]
vengono ammazzati prima”. Un’affermazione
tristemente vera, ma fuorviante se non la inquadriamo nella giusta
prospettiva. Per prima cosa, bisogna ricordare come, secondo i <a href="https://cpj.org/killed/europe/russia/">dati
del CPJ</a> (Comitato per la protezione dei giornalisti, con sede a
New York) sono stati uccisi più giornalisti durante il decennio di
Yeltsin, presidente amatissimo
dall’occidente, che durante questi 17
anni di staffetta tra Putin e Medvedev. E negli ultimi 5 anni i
numeri sono scesi drasticamente, al punto che la Russia è stata
superata dall’Ucraina (pure se escludiamo i giornalisti uccisi
nelle zone del conflitto), di cui però nessuno parla. In secondo
luogo, i giornalisti che criticano Putin e i potenti in generale non
sono quelli più vulnerabili, anzi: i più vulnerabili sono quelli
che mettono i bastoni tra le ruote ai potentati locali, sia in Russia
(specialmente nelle tumultuose repubbliche della Cecenia e del Dagestan) sia nel
resto del mondo. I capi di stato hanno modi molto più indolore –
ed efficaci – per silenziare le voci critiche, che vanno dagli
editti bulgari alla semplice noncuranza. L’attenzione
mediatica che segue l'omicidio di un loro oppositore è l’ultima
cosa che possano desiderare. Non è un caso
che la scorta ce l’abbia Roberto Saviano,
che non ha mai disturbato alcun grosso politico, e non Travaglio, che
invece non ha mai risparmiato critiche a tutti i nostri governanti.</p>
<p>
Vi offro un ulteriore
spunto: Abby Martin, una conduttrice di RT (rete internazionale
sponsorizzata dal Cremlino, e spesso citata come esempio di
propaganda russa), al termine della sua trasmissione “Breaking the
Set” del 3 marzo 2014 si alzò in piedi e per un intero minuto
parlò “dal suo cuore”, scagliandosi contro l’occupazione
militare della Crimea operata dalla Russia. Sapete che avvenne
di lei? Ebbene, nessuno all’interno della
rete la attaccò, e poté condurre la sua trasmissione ancora per un
altro anno, finché lei stessa decise di andarsene – per tutt'altri motivi. Nella libera America, di contro, Phil Donahue di MSNBC e Peter Arnett di NBC (due network
americani), che nel 2003 si schierarono contro la guerra in Iraq,
furono licenziati in tronco.</p>
<p>Ecco, se vogliamo
liberarci dalla sudditanza nei confronti degli Stati Uniti, iniziamo
da quella mediatica: chiediamo ai nostri giornalisti, iniziando da
quelli indipendenti come Marco Travaglio, di trattare le notizie
dall’estero con la stessa cura con cui trattano le vicende
nazionali, invece che assumerle come verità accertate. Potremmo
scoprirne delle belle.</p></div>Buon Natale!http://mardy.it/it/blog/2016/12/buon-natale.html2016-12-24T19:19:00+03:002016-12-24T19:19:00+03:00Alberto Mardegan<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Un breve video per augurare un buon Natale a tutti voi, e un pensiero particolare a chi vive in situazioni di guerra.<br>
<br>
<i>A short video to wish everybody a merry Christmas, and peace to those suffering for the war (English subtitles).</i><br>
<br>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/H-znhj_sUQY?list=PLKUiV5WyrCmsmjJ3Pq8sN-_jywSMuuFo8" width="560"></iframe>
</div>
<br>
Questo video è parte della serie “<a href="https://www.youtube.com/playlist?list=PLKUiV5WyrCmsmjJ3Pq8sN-_jywSMuuFo8" target="_blank">Cammino quindi penso</a>”, che trovate nel <a href="https://www.youtube.com/user/mardy78" target="_blank">mio canale YouTube</a>.</div><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Un breve video per augurare un buon Natale a tutti voi, e un pensiero particolare a chi vive in situazioni di guerra.<br>
<br>
<i>A short video to wish everybody a merry Christmas, and peace to those suffering for the war (English subtitles).</i><br>
<br>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/H-znhj_sUQY?list=PLKUiV5WyrCmsmjJ3Pq8sN-_jywSMuuFo8" width="560"></iframe>
</div>
<br>
Questo video è parte della serie “<a href="https://www.youtube.com/playlist?list=PLKUiV5WyrCmsmjJ3Pq8sN-_jywSMuuFo8" target="_blank">Cammino quindi penso</a>”, che trovate nel <a href="https://www.youtube.com/user/mardy78" target="_blank">mio canale YouTube</a>.</div>Europa e Islamhttp://mardy.it/it/blog/2016/10/europa-e-islam.html2016-10-29T11:51:00+03:002016-10-29T11:51:00+03:00Alberto Mardegan<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<i>(iste articulo es scripte in <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Interlingua" target="_blank">interlingua</a>, le lingua auxiliar international)</i><br>
<i><br></i>
Hodie io legeva un articulo in le sito de Reuters, qui me faceva pensar un poco:<br>
<br>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.reuters.com/article/us-europe-migrants-germany-mosques-insig-idUSKCN12S0HE" target="_blank"><img alt=" Lege le articulo in Reuters" border="0" src="http://mardy.it/archivos/imagines/blog/a1f89c4073f9223669dc36c351b9c875-Screenshot_from_2016-10-29_14-27-00.png"></a></div>
Io recommenda que vos lo lege integremente (<a href="http://www.reuters.com/article/us-europe-migrants-germany-mosques-insig-idUSKCN12S0HE" target="_blank">clicca ci pro vader al articulo</a>); si vos non comprende le anglese, io va synthetisar lo multo brevemente. Alicun refugiatos de Syria trova que le moscheas in Germania es troppo conservative: illos insenia un Islam multo radical, con un interpretation multo litteral del Corano, simile a illo que veni inseniate in le Wahabismo o Salafismo.<br>
<br>
Io es convincite que Europa debe esser tolerante de tote religiones que es compatibile con nostre leges. Refugiatos qui arriva a Europa es sovente le victimas de nostre guerras o disfrutamento economic, e nos ha le responsabilitate de offerer les un compensation. Si nos ha destruite lor casa in lor pais, nos debe offerer les un altere casa. E nos debe permitter a illes de professar lor religion.<br>
<br>
Le construction de Moscheas in Europa es un cosa que io reguarda positivemente, ma nos non pote abandonar le musulmanos a se mesme. Nos debe laborar con illes e assecurar nos que le Islam que es inseniate in nostre moscheas es compatibile e respectose de nostre valores. Certemente, un interpretation litteral del Corano, qui promove le Jihad (guerra sancte), non es compatibile con nostre leges.<br>
<br>
Alicuno poterea pensar que le solution al problema es simplemente prohiber le construction de nove moscheas, ma isto portarea a un resultato totalmente opposite, como jam ha essite verificate in Italia (e io crede, in multe altere partes de Europa): le communitates islamic devenirea ancora plus isolate e impossibile a controlar; le inseniamento del Islam poterea prender formas ancora plus radical.<br>
<br>
Europa necessita Moscheas aperite.</div><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<i>(iste articulo es scripte in <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Interlingua" target="_blank">interlingua</a>, le lingua auxiliar international)</i><br>
<i><br></i>
Hodie io legeva un articulo in le sito de Reuters, qui me faceva pensar un poco:<br>
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<a href="http://www.reuters.com/article/us-europe-migrants-germany-mosques-insig-idUSKCN12S0HE" target="_blank"><img alt=" Lege le articulo in Reuters" border="0" src="http://mardy.it/archivos/imagines/blog/a1f89c4073f9223669dc36c351b9c875-Screenshot_from_2016-10-29_14-27-00.png"></a></div>
Io recommenda que vos lo lege integremente (<a href="http://www.reuters.com/article/us-europe-migrants-germany-mosques-insig-idUSKCN12S0HE" target="_blank">clicca ci pro vader al articulo</a>); si vos non comprende le anglese, io va synthetisar lo multo brevemente. Alicun refugiatos de Syria trova que le moscheas in Germania es troppo conservative: illos insenia un Islam multo radical, con un interpretation multo litteral del Corano, simile a illo que veni inseniate in le Wahabismo o Salafismo.<br>
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Io es convincite que Europa debe esser tolerante de tote religiones que es compatibile con nostre leges. Refugiatos qui arriva a Europa es sovente le victimas de nostre guerras o disfrutamento economic, e nos ha le responsabilitate de offerer les un compensation. Si nos ha destruite lor casa in lor pais, nos debe offerer les un altere casa. E nos debe permitter a illes de professar lor religion.<br>
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Le construction de Moscheas in Europa es un cosa que io reguarda positivemente, ma nos non pote abandonar le musulmanos a se mesme. Nos debe laborar con illes e assecurar nos que le Islam que es inseniate in nostre moscheas es compatibile e respectose de nostre valores. Certemente, un interpretation litteral del Corano, qui promove le Jihad (guerra sancte), non es compatibile con nostre leges.<br>
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Alicuno poterea pensar que le solution al problema es simplemente prohiber le construction de nove moscheas, ma isto portarea a un resultato totalmente opposite, como jam ha essite verificate in Italia (e io crede, in multe altere partes de Europa): le communitates islamic devenirea ancora plus isolate e impossibile a controlar; le inseniamento del Islam poterea prender formas ancora plus radical.<br>
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Europa necessita Moscheas aperite.</div>Why did Turkey shot down a Russian jet?http://mardy.it/it/blog/2015/12/why-did-turkey-shot-down-russian-jet.html2015-12-01T19:51:00+03:002015-12-01T19:51:00+03:00Alberto Mardegan<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
I've read many pieces of news about the downing of the Russian Su-24 jet in Syria, but they all left one question unanswered: why did this happen?<br>
Of course, I'm looking for the real answer: that Turkey did it in order to protect its borders is pure nonsense, since the airspace violation — if it happened — lasted just 17 seconds and was clearly due to a manoeuvre which posed no threat at all to Turkey. We also need to remember that Turkey has (well, <i>had</i>, by now) lots of economic ties with Russia, and wouldn't have run the risk of ruining them just to make a point about its borders' inviolability.<br>
Also, if you look at this situation from abroad, it's an act that makes really little sense: first of all, it destroys the good relations with Russia, but also won't appear very wise even from a Western World's standpoint: while NATO defended Turkey's actions, I saw little enthusiasm in doing that. The Western public opinion was kind of shocked by the incident, and not unanimously supportive of it. No matter from which angle you look at it, from a foreign policy point of view this action was a political disaster.<br>
<br>
So Turkey could have done this for some reasons linked to its internal politics. One explanation could be that this was an attempt to divert the Turkish public attention from some internal issue, present or coming in the immediate future. It's quite convenient to find or create foreign enemies, when you want to focus attention away from some internal trouble (and incidentally, that's why the Ukrainian government is in no hurry to implement the reforms planned in the Minsk agreements: corruption and economic crisis would take the place of the conflict in the news), so this could be in some way a diversion. However, not knowing much about the current economic situation in Turkey, I'll let others speculate on this.<br>
<br>
But there is another, and so far mostly overlooked, possible reason for the shooting of the Russian Su-24, which might sound absurd at first: that this is a <i>peace message</i> to ISIS and to other terrorist groups operating in Syria. The key point here is that Turkey is carrying the heaviest weight in terms of Syrian refugees, as according to recent estimates it's thought to give shelter to <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Refugees_of_the_Syrian_Civil_War#Turkey">more than two million Syrians</a>. Of course, this is such a large number that it would be just too naïve to believe that there are no terrorists or jihadists among them. In fact, Ankara has already been hit by a <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/2015_Ankara_bombings">terrorist attack on October 10th</a> which claimed 102 lives and which is widely believed to be staged by ISIS.<br>
Now, there are a handful of recent events that have happened in Syria and that could be of some importance to us:<br>
<br>
<ul style="text-align: left;">
<li>Russian airstrikes since the beginning of October</li>
<li>Military advanced of the Syrian army against ISIS and other rebel groups</li>
<li>Russian airstrikes hitting ISIS oil and arms traffic in the last couple of weeks</li>
</ul>
<div>
ISIS is losing ground and strength, and there's reason to believe that the recent terrorist attacks in Paris, as well as those in Turkey, Lebanon and Egypt against Russia are just the beginning of a new strategy aimed at radicalising Muslims in these countries and ultimately at recruiting more fighters among them. In this scenario, it's possible that the Turkish government feels — and with good reason — that their country is about to face the biggest share of this terrorist threat. Not only they have lots of potential terrorists among the refugees, but they also have lots of people which could fall victim of jihadist propaganda.</div>
<div>
So, while in the immediate aftermath of the Su-24 downing many people (especially in Russia) read the event as Turkey lending a helping hand to ISIS, the reality is most likely much more complex than that. It's obvious that shooting down a single plane won't have any tangible effect on the outcome of the Syrian conflict, and that Turkey is not planning to enter a war against Russia. But it's a message to ISIS and other jihadist groups, and a very powerful one: <i>we support your fight</i>. Mind you, <b>I'm not saying that the Turkish government supports the jihadists</b> — though, indeed, there are some people in Turkey who do, mostly for their individual profit — but that that's the <i>message</i> that they want to send. And in fact, this downing has enjoyed a very good reception among Syrian rebels. The hope is that, if Turkey is seen as a supporter, it could be exempted from terrorist attacks, or at least be treated more gently.</div>
<div>
So, we can expect more of these “messages” from Turkey to the Syrian rebels in the future: actions meant to boost Turkey's image among jihadists, masqueraded to the West as “self defence” and “protecting legitimate national interests”.</div>
<div>
Whether this strategy will work, only time will tell, but at least this seems to me the most reasonable explanation for what has happened.</div>
</div><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
I've read many pieces of news about the downing of the Russian Su-24 jet in Syria, but they all left one question unanswered: why did this happen?<br>
Of course, I'm looking for the real answer: that Turkey did it in order to protect its borders is pure nonsense, since the airspace violation — if it happened — lasted just 17 seconds and was clearly due to a manoeuvre which posed no threat at all to Turkey. We also need to remember that Turkey has (well, <i>had</i>, by now) lots of economic ties with Russia, and wouldn't have run the risk of ruining them just to make a point about its borders' inviolability.<br>
Also, if you look at this situation from abroad, it's an act that makes really little sense: first of all, it destroys the good relations with Russia, but also won't appear very wise even from a Western World's standpoint: while NATO defended Turkey's actions, I saw little enthusiasm in doing that. The Western public opinion was kind of shocked by the incident, and not unanimously supportive of it. No matter from which angle you look at it, from a foreign policy point of view this action was a political disaster.<br>
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So Turkey could have done this for some reasons linked to its internal politics. One explanation could be that this was an attempt to divert the Turkish public attention from some internal issue, present or coming in the immediate future. It's quite convenient to find or create foreign enemies, when you want to focus attention away from some internal trouble (and incidentally, that's why the Ukrainian government is in no hurry to implement the reforms planned in the Minsk agreements: corruption and economic crisis would take the place of the conflict in the news), so this could be in some way a diversion. However, not knowing much about the current economic situation in Turkey, I'll let others speculate on this.<br>
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But there is another, and so far mostly overlooked, possible reason for the shooting of the Russian Su-24, which might sound absurd at first: that this is a <i>peace message</i> to ISIS and to other terrorist groups operating in Syria. The key point here is that Turkey is carrying the heaviest weight in terms of Syrian refugees, as according to recent estimates it's thought to give shelter to <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Refugees_of_the_Syrian_Civil_War#Turkey">more than two million Syrians</a>. Of course, this is such a large number that it would be just too naïve to believe that there are no terrorists or jihadists among them. In fact, Ankara has already been hit by a <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/2015_Ankara_bombings">terrorist attack on October 10th</a> which claimed 102 lives and which is widely believed to be staged by ISIS.<br>
Now, there are a handful of recent events that have happened in Syria and that could be of some importance to us:<br>
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<ul style="text-align: left;">
<li>Russian airstrikes since the beginning of October</li>
<li>Military advanced of the Syrian army against ISIS and other rebel groups</li>
<li>Russian airstrikes hitting ISIS oil and arms traffic in the last couple of weeks</li>
</ul>
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ISIS is losing ground and strength, and there's reason to believe that the recent terrorist attacks in Paris, as well as those in Turkey, Lebanon and Egypt against Russia are just the beginning of a new strategy aimed at radicalising Muslims in these countries and ultimately at recruiting more fighters among them. In this scenario, it's possible that the Turkish government feels — and with good reason — that their country is about to face the biggest share of this terrorist threat. Not only they have lots of potential terrorists among the refugees, but they also have lots of people which could fall victim of jihadist propaganda.</div>
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So, while in the immediate aftermath of the Su-24 downing many people (especially in Russia) read the event as Turkey lending a helping hand to ISIS, the reality is most likely much more complex than that. It's obvious that shooting down a single plane won't have any tangible effect on the outcome of the Syrian conflict, and that Turkey is not planning to enter a war against Russia. But it's a message to ISIS and other jihadist groups, and a very powerful one: <i>we support your fight</i>. Mind you, <b>I'm not saying that the Turkish government supports the jihadists</b> — though, indeed, there are some people in Turkey who do, mostly for their individual profit — but that that's the <i>message</i> that they want to send. And in fact, this downing has enjoyed a very good reception among Syrian rebels. The hope is that, if Turkey is seen as a supporter, it could be exempted from terrorist attacks, or at least be treated more gently.</div>
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So, we can expect more of these “messages” from Turkey to the Syrian rebels in the future: actions meant to boost Turkey's image among jihadists, masqueraded to the West as “self defence” and “protecting legitimate national interests”.</div>
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Whether this strategy will work, only time will tell, but at least this seems to me the most reasonable explanation for what has happened.</div>
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