Mardy (Articoli su italiano)http://mardy.it/it/categories/italiano.atom2024-02-02T20:11:06ZAlberto MardeganNikolaUna canzone russa, in italianohttp://mardy.it/it/blog/2023/06/una-canzone-russa-in-italiano.html2023-06-24T09:21:09+03:002023-06-24T09:21:09+03:00Alberto Mardegan<p>Vi propongo la mia traduzione della canzone russa “Fiume portami tu via” (<a href="https://www.youtube.com/watch?v=iNe9BdtlS7M">Ты
неси меня река</a> è la versione
originale):</p>
<p><iframe src="https://vk.com/video_ext.php?oid=7200355&id=456239300&hash=0c629be9cd494d8e&hd=1" width="640" height="360" allow="autoplay; encrypted-media; fullscreen;
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</p>
<p>La mia voce è un po' debolina, quindi se qualcuno volesse ricantarla meglio, ne
sarei felicissimo!</p><p>Vi propongo la mia traduzione della canzone russa “Fiume portami tu via” (<a href="https://www.youtube.com/watch?v=iNe9BdtlS7M">Ты
неси меня река</a> è la versione
originale):</p>
<p><iframe src="https://vk.com/video_ext.php?oid=7200355&id=456239300&hash=0c629be9cd494d8e&hd=1" width="640" height="360" allow="autoplay; encrypted-media; fullscreen;
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</p>
<p>La mia voce è un po' debolina, quindi se qualcuno volesse ricantarla meglio, ne
sarei felicissimo!</p>Un editoriale di Marco Travagliohttp://mardy.it/it/blog/2023/03/un-editoriale-di-marco-travaglio.html2023-03-01T20:37:28+03:002023-03-01T20:37:28+03:00Alberto Mardegan<p>Nonostante io non legga più Il Fatto Quotidiano (per i motivi spiegati
<a href="http://mardy.it/it/blog/2016/10/il-fatto-quotidiano-plagio-e-propaganda.html">qui</a>, che restano tuttora
validi), continuo a imbattermi negli editoriali di Marco Travaglio, che spesso
apprezzo. Oggi invece mi sono imbattuto nell'introduzione del suo nuovo libro
<a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/02/24/un-anno-di-bugie-per-mettere-agli-italiani-lelmetto-no-pax/7075675/">“Scemi di
guerra”</a>,
e ve ne riporto un estratto che ho trovato particolarmente incisivo.</p>
<hr>
<p>Abbiamo abolito la storia. È vietato raccontare ciò che è accaduto in Ucraina
prima del 24 febbraio 2022: gli otto anni di guerra civile in Donbass dopo il
golpe bianco (anzi, nero) di Euromaidan nel 2014 e le migliaia di morti e feriti
causati dai continui attacchi delle truppe di Kiev e delle milizie filo-naziste
al seguito contro le popolazioni russofone e russofile che, col sostegno di
Mosca, chiedevano l’indipendenza o almeno l’autonomia. Il tutto in barba ai due
accordi di Minsk. La versione ufficiale, l’unica autorizzata, è che prima del
2022 non è successo niente: una mattina Putin s’è svegliato più pazzo del
solito e ha invaso l’Ucraina. Se la gente scoprisse la verità, capirebbe che il
mantra atlantista “Putin aggressore e Zelensky aggredito” vale solo dal 2022:
prima, per otto anni, gli aggressori erano i governi di Kiev (l’ultimo, quello
di Zelensky) e gli aggrediti i popoli del Donbass. Fra le vittime, c’è il
giornalista italiano Andrea Rocchelli, ucciso dall’esercito ucraino… Abbiamo
abolito la geografia. Proibito mostrare la cartina dell’allargamento della Nato
a Est negli ultimi 25 anni (da 16 a 30 membri)… Eppure, che la Nato si sia
allargata a Est, accerchiando e assediando la Russia, minacciandone la
sicurezza con installazioni di missili nucleari sempre più vicine al confine,
in barba alle promesse fatte a Gorbaciov nel 1990, fino all’ultima provocazione
di annunciare l’imminente ingresso nell’Alleanza dei vicini di casa della
Russia – Georgia e Ucraina – è un fatto storico indiscutibile…</p>
<p>L’altra cartina proibita è quella dei Paesi che non condannano o non sanzionano
la Russia, o se ne restano neutrali: quasi tutta l’Asia, l’Africa e l’America
Latina, cioè l’87% della popolazione mondiale. Ma al nostro piccolo mondo
antico occidentale piace far credere che Putin è isolato e noi lo stiamo
circondando. Sul fatto che Cina, India, Brasile e altri paesucoli stiano con
lui o non stiano con noi, meglio sorvolare: altrimenti lo capiscono tutti che
le sanzioni non funzionano… Solo abolendo la storia si può credere al
presidente Sergio Mattarella quando ripete che “l’Ucraina è la prima guerra nel
cuore dell’Europa nel dopoguerra”. E Belgrado bombardata anche dall’Italia nel
1999 dov’è, in Oceania? E chi era il vicepremier del governo D’Alema che
bombardava Belgrado? Un certo Mattarella… Abbiamo abolito il rispetto per le
altre culture. In una folle ondata di russofobia, abbiamo visto ostracizzare
direttori d’orchestra, cantanti liriche, pianiste di fama mondiale, fotografi,
atleti (anche paraolimpici), persino gatti e querce, soltanto perché russi. E
poi censurare corsi su Dostoevskij, cancellare dai teatri i balletti di
Cajkovskij, addirittura estromettere la delegazione russa dalle celebrazioni
per la liberazione di Auschwitz. Come se il lager l’avessero liberato gli
americani o gli ucraini e non l’Armata Rossa… i trombettieri della Nato
propagandano la bufala dell’“euroatlantismo” e gli scemi di guerra se la
bevono, senz’accorgersi che mai come oggi gli interessi dell’Europa sono
opposti a quelli dell’America. </p><p>Nonostante io non legga più Il Fatto Quotidiano (per i motivi spiegati
<a href="http://mardy.it/it/blog/2016/10/il-fatto-quotidiano-plagio-e-propaganda.html">qui</a>, che restano tuttora
validi), continuo a imbattermi negli editoriali di Marco Travaglio, che spesso
apprezzo. Oggi invece mi sono imbattuto nell'introduzione del suo nuovo libro
<a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/02/24/un-anno-di-bugie-per-mettere-agli-italiani-lelmetto-no-pax/7075675/">“Scemi di
guerra”</a>,
e ve ne riporto un estratto che ho trovato particolarmente incisivo.</p>
<hr>
<p>Abbiamo abolito la storia. È vietato raccontare ciò che è accaduto in Ucraina
prima del 24 febbraio 2022: gli otto anni di guerra civile in Donbass dopo il
golpe bianco (anzi, nero) di Euromaidan nel 2014 e le migliaia di morti e feriti
causati dai continui attacchi delle truppe di Kiev e delle milizie filo-naziste
al seguito contro le popolazioni russofone e russofile che, col sostegno di
Mosca, chiedevano l’indipendenza o almeno l’autonomia. Il tutto in barba ai due
accordi di Minsk. La versione ufficiale, l’unica autorizzata, è che prima del
2022 non è successo niente: una mattina Putin s’è svegliato più pazzo del
solito e ha invaso l’Ucraina. Se la gente scoprisse la verità, capirebbe che il
mantra atlantista “Putin aggressore e Zelensky aggredito” vale solo dal 2022:
prima, per otto anni, gli aggressori erano i governi di Kiev (l’ultimo, quello
di Zelensky) e gli aggrediti i popoli del Donbass. Fra le vittime, c’è il
giornalista italiano Andrea Rocchelli, ucciso dall’esercito ucraino… Abbiamo
abolito la geografia. Proibito mostrare la cartina dell’allargamento della Nato
a Est negli ultimi 25 anni (da 16 a 30 membri)… Eppure, che la Nato si sia
allargata a Est, accerchiando e assediando la Russia, minacciandone la
sicurezza con installazioni di missili nucleari sempre più vicine al confine,
in barba alle promesse fatte a Gorbaciov nel 1990, fino all’ultima provocazione
di annunciare l’imminente ingresso nell’Alleanza dei vicini di casa della
Russia – Georgia e Ucraina – è un fatto storico indiscutibile…</p>
<p>L’altra cartina proibita è quella dei Paesi che non condannano o non sanzionano
la Russia, o se ne restano neutrali: quasi tutta l’Asia, l’Africa e l’America
Latina, cioè l’87% della popolazione mondiale. Ma al nostro piccolo mondo
antico occidentale piace far credere che Putin è isolato e noi lo stiamo
circondando. Sul fatto che Cina, India, Brasile e altri paesucoli stiano con
lui o non stiano con noi, meglio sorvolare: altrimenti lo capiscono tutti che
le sanzioni non funzionano… Solo abolendo la storia si può credere al
presidente Sergio Mattarella quando ripete che “l’Ucraina è la prima guerra nel
cuore dell’Europa nel dopoguerra”. E Belgrado bombardata anche dall’Italia nel
1999 dov’è, in Oceania? E chi era il vicepremier del governo D’Alema che
bombardava Belgrado? Un certo Mattarella… Abbiamo abolito il rispetto per le
altre culture. In una folle ondata di russofobia, abbiamo visto ostracizzare
direttori d’orchestra, cantanti liriche, pianiste di fama mondiale, fotografi,
atleti (anche paraolimpici), persino gatti e querce, soltanto perché russi. E
poi censurare corsi su Dostoevskij, cancellare dai teatri i balletti di
Cajkovskij, addirittura estromettere la delegazione russa dalle celebrazioni
per la liberazione di Auschwitz. Come se il lager l’avessero liberato gli
americani o gli ucraini e non l’Armata Rossa… i trombettieri della Nato
propagandano la bufala dell’“euroatlantismo” e gli scemi di guerra se la
bevono, senz’accorgersi che mai come oggi gli interessi dell’Europa sono
opposti a quelli dell’America. </p>Un piano di pace per l'Ucrainahttp://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html2023-01-21T22:33:56+03:002023-01-21T22:33:56+03:00Alberto Mardegan<p>Tra i piani di pace proposti da vari politici europei e statunitensi, sarò
sincero, non ne ho letto nemmeno uno che mi paresse anche lontanamente
credibile. La mia impressione è che siano stati stesi più per raggirare i
propri elettori e presentarsi ai loro occhi come operatori di pace (mentre coi
fatti si supportano l'invio di armi e l'inasprimento delle sanzioni) che per un
genuino impegno, giacché ogni politico che abbia speso anche pochi minuti per
informarsi sulla situazione in Ucraina sa benissimo che questi piani di pace
sono non solo inaccettabili per la Russia, ma proprio impresentabili.</p>
<p>Un piano di pace credibile deve prima di tutto tener conto dei motivi che hanno
spinto la Russia ad invadere l'Ucraina e, soprattutto, che spingono il popolo
russo a supportare la guerra. È certamente legittimo, e forse anche
ragionevole, non credere ai motivi dichiarati ufficialmente: è molto probabile,
anzi, che i motivi che spingono la Russia a continuare questa “operazione
speciale” siano, almeno in parte, altri, di natura economica a vantaggio di
poche persone particolarmente potenti (costruttori di armi in primis). E
possiamo metterci il cuore in pace, e rassegnarci al fatto che questi motivi
non li conosceremo mai; non è nemmeno importante conoscerli, in fondo.</p>
<p>Quello che dobbiamo conoscere è l'umore del popolo russo, e in particolare i
motivi per cui la popolarità del presidente Putin ha ripreso a risalire dopo
l'invasione dell'Ucraina. L'informazione che si dà in occidente certamente non
aiuta in questo, perché è dal 2014 che omette di riportare fatti importanti
sulla guerra in Donbass. Ebbene, al popolo russo vengono quotidianamente
mostrate in televisione e sui giornali le immagini dei civili che perdono la
vita a Donetsk e nelle altre città del Donbass, proprio nelle zone centrali
delle città dove non sono presenti obiettivi militari. Possiamo considerarla
propaganda, certo, ma i fatti esistono e sono solo un'intensificazione di
quello che è avvenuto negli 8 anni precedenti, ben documentato dai rapporti
della missione dell'OSCE e dall'alto commissariato per i diritti umani delle
Nazioni Unite<sup id="fnref:1"><a class="footnote-ref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fn:1">1</a></sup>.</p>
<p>Oltre a questo, l'invio massiccio di armi e gli episodi di discriminazione
contro artisti russi, atleti, personaggi della cultura e dello spettacolo,
talora verso la stessa lingua russa, vengono ampiamente pubblicizzati dai mezzi
locali e convincono i Russi del fatto che il loro paese stia combattendo una
guerra esistenziale contro un'orda di fascisti e, militarmente, contro la NATO
intera.</p>
<p>Se davvero ci fosse la volontà, da parte dell'Occidente, di raggiungere la
pace, si dovrebbe lavorare per distruggere questa immagine e disarmare la
propaganda russa togliendole i fatti su cui si basa. In particolare, sono
persuaso che molti dei punti seguenti sarebbero ben visti dalla popolazione
occidentale e demotiverebbero la popolazione russa (inclusi molti soldati
richiamati al fronte) a voler combattere questa guerra fratricida:</p>
<ol>
<li>Rimozione di ogni discriminazione nei confronti della cultura russa e dei
suoi esponenti.</li>
<li>Promessa che l'Ucraina non entrerà nella NATO o in alleanze militari che
vadano oltre il reciproco impegno alla difesa (ovvero, no ad esercitazioni
militari congiunte o basi straniere nel territorio dell'Ucraina, sì ad una
promessa di intervento militare in caso di attacco).</li>
<li>Sospensione all'invio di armi finché l'Ucraina non abbia rimosso il titolo
di eroe nazionale a Stepan Bandera e ad altri membri dell'<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Massacri_di_polacchi_in_Volinia_e_Galizia_orientale">organizzazione
nazista UPA</a>.</li>
<li>Sospensione all'invio di armi finché l'Ucraina continuerà a bombardare i
centri abitati privi di installazioni militari.</li>
</ol>
<p>Si noti che nessuno di questi punti richiede la collaborazione o un previo
accordo con altri paesi (anche l'ingresso nella NATO è possibile solo col voto
unanime di tutti i membri esistenti, come ben ci ricorda la Turchia), e tutti
potrebbero essere immediatamente implementati. Quanto più crescerà il numero di
paesi occidentali che porteranno avanti queste politiche, tanto più crescerà
l'incertezza tra la popolazione russa, e col tempo anche l'incomprensione e il
discontento, visto che verrebbero a mancare i motivi ideologici che sostengono
il conflitto da parte russa.</p>
<p>Se poi vogliamo parlare di un piano di pace, concordato tra NATO, Ucraina e
Russia, questo potrebbe essere svolto lungo queste linee:</p>
<ol>
<li>L'Ucraina condanna l'ideologia nazista (quindi Bandera e amici), accetta di
aprire una commissione internazionale (includente anche la Russia) di
inchiesta sulle stragi del Maidan e di Odessa.</li>
<li>L'Ucraina assegna al russo lo stato di seconda lingua ufficiale, similmente
allo stato della lingua svedese in Finlandia<sup id="fnref:2"><a class="footnote-ref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fn:2">2</a></sup>.</li>
<li>L'Ucraina promulga una serie di leggi per garantire una limitata autonomia
alle 5 regioni attualmente sotto il controllo russo (inclusa la Crimea) e
l'amnistia per tutti i ribelli che non si siano macchiati di crimini di
guerra (quindi una sorta di accordi di Minsk estesi a tutte le regioni
occupate).</li>
<li>L'Ucraina promette di non ospitare forze e apparecchiature militari di paesi
terzi nel proprio territorio, né di partecipare ed esercitazioni militari
congiunte, senza il consenso della Federazione Russa. Può tuttavia entrare
in alleanze militari a scopo difensivo.</li>
<li>L'Ucraina promette di non mettere mai in atto sanzioni contro la Russia, né
di richiedere visti ai cittadini russi per l'attraversamento della
frontiera.</li>
<li>L'esercito russo si ritira, e viene temporaneamente sostituito dalle forze
armate di un paese terzo, non membro NATO, scelto dall'Ucraina.</li>
<li>Nuovi referendum, sotto il controllo di osservatori internazionali (incluso
ucraini e russi) nelle 5 regioni contese. I tempi saranno decisi
dall'Ucraina. Russia e Ucraina si impegnano a riconoscerne e ad
implementarne gli esiti.</li>
<li>Le missione di pace introdotta al punto 6 viene dissolta.</li>
</ol>
<p>È fondamentale comprendere che le questioni territoriali sono di secondaria
importanza, e quello che più preme alla popolazione russa è l'avere buoni
rapporti coi paesi confinanti e non doversi preoccupare di colpi di stato,
rivoluzioni colorate fomentate dall'Occidente o di altri tentativi di mettere
il popolo ucraino contro quello russo. Se, per esempio, vi fosse una regione
russa che desiderasse separarsi dalla Federazione e venire annessa alla
Bielorussia, sono convinto che questo potrebbe avvenire in maniera pacifica
senza serie ripercussioni, in quanto i rapporti tra i due paesi sono buoni e la
Bielorussia non viene percepita come una minaccia. Questa era anche la
situazione con l'Ucraina prima del 2014<sup id="fnref:3"><a class="footnote-ref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fn:3">3</a></sup>, ed è la situazione a cui si
dovrebbe cercare di ritornare.</p>
<div class="footnote">
<hr>
<ol>
<li id="fn:1">
<p>Si veda per esempio il <a href="https://www.ohchr.org/sites/default/files/Documents/Countries/UA/ReportUkraineMay-August2018_EN.pdf">rapporto del periodo Maggio-Agosto
2018</a>,
a pagina 5, punto 22. Altri rapporti sono visibili <a href="https://www.ohchr.org/en/documents-listing?field_content_category_target_id[180]=180&field_content_category_target_id[182]=182&field_geolocation_target_id[1136]=1136&field_entity_target_id[1349]=1349&field_published_date_value[min]=&field_published_date_value[max]=&sort_bef_combine=field_published_date_value_DESC&page=0">in questa lista</a>. <a class="footnote-backref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fnref:1" title="Jump back to footnote 1 in the text">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:2">
<p>Si osservi che in Finlandia lo svedese è la lingua madre del 5% della
popolazione soltanto, mentre in Ucraina il russo è la lingua madre di circa
il 30% della popolazione. <a class="footnote-backref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fnref:2" title="Jump back to footnote 2 in the text">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:3">
<p>Non esattamente, visto che vi erano già stati tentativi di rivoluzioni
colorate e di instaurazione di governi anti-russi. Spero mi sia concessa
questa semplificazione. <a class="footnote-backref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fnref:3" title="Jump back to footnote 3 in the text">↩</a></p>
</li>
</ol>
</div><p>Tra i piani di pace proposti da vari politici europei e statunitensi, sarò
sincero, non ne ho letto nemmeno uno che mi paresse anche lontanamente
credibile. La mia impressione è che siano stati stesi più per raggirare i
propri elettori e presentarsi ai loro occhi come operatori di pace (mentre coi
fatti si supportano l'invio di armi e l'inasprimento delle sanzioni) che per un
genuino impegno, giacché ogni politico che abbia speso anche pochi minuti per
informarsi sulla situazione in Ucraina sa benissimo che questi piani di pace
sono non solo inaccettabili per la Russia, ma proprio impresentabili.</p>
<p>Un piano di pace credibile deve prima di tutto tener conto dei motivi che hanno
spinto la Russia ad invadere l'Ucraina e, soprattutto, che spingono il popolo
russo a supportare la guerra. È certamente legittimo, e forse anche
ragionevole, non credere ai motivi dichiarati ufficialmente: è molto probabile,
anzi, che i motivi che spingono la Russia a continuare questa “operazione
speciale” siano, almeno in parte, altri, di natura economica a vantaggio di
poche persone particolarmente potenti (costruttori di armi in primis). E
possiamo metterci il cuore in pace, e rassegnarci al fatto che questi motivi
non li conosceremo mai; non è nemmeno importante conoscerli, in fondo.</p>
<p>Quello che dobbiamo conoscere è l'umore del popolo russo, e in particolare i
motivi per cui la popolarità del presidente Putin ha ripreso a risalire dopo
l'invasione dell'Ucraina. L'informazione che si dà in occidente certamente non
aiuta in questo, perché è dal 2014 che omette di riportare fatti importanti
sulla guerra in Donbass. Ebbene, al popolo russo vengono quotidianamente
mostrate in televisione e sui giornali le immagini dei civili che perdono la
vita a Donetsk e nelle altre città del Donbass, proprio nelle zone centrali
delle città dove non sono presenti obiettivi militari. Possiamo considerarla
propaganda, certo, ma i fatti esistono e sono solo un'intensificazione di
quello che è avvenuto negli 8 anni precedenti, ben documentato dai rapporti
della missione dell'OSCE e dall'alto commissariato per i diritti umani delle
Nazioni Unite<sup id="fnref:1"><a class="footnote-ref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fn:1">1</a></sup>.</p>
<p>Oltre a questo, l'invio massiccio di armi e gli episodi di discriminazione
contro artisti russi, atleti, personaggi della cultura e dello spettacolo,
talora verso la stessa lingua russa, vengono ampiamente pubblicizzati dai mezzi
locali e convincono i Russi del fatto che il loro paese stia combattendo una
guerra esistenziale contro un'orda di fascisti e, militarmente, contro la NATO
intera.</p>
<p>Se davvero ci fosse la volontà, da parte dell'Occidente, di raggiungere la
pace, si dovrebbe lavorare per distruggere questa immagine e disarmare la
propaganda russa togliendole i fatti su cui si basa. In particolare, sono
persuaso che molti dei punti seguenti sarebbero ben visti dalla popolazione
occidentale e demotiverebbero la popolazione russa (inclusi molti soldati
richiamati al fronte) a voler combattere questa guerra fratricida:</p>
<ol>
<li>Rimozione di ogni discriminazione nei confronti della cultura russa e dei
suoi esponenti.</li>
<li>Promessa che l'Ucraina non entrerà nella NATO o in alleanze militari che
vadano oltre il reciproco impegno alla difesa (ovvero, no ad esercitazioni
militari congiunte o basi straniere nel territorio dell'Ucraina, sì ad una
promessa di intervento militare in caso di attacco).</li>
<li>Sospensione all'invio di armi finché l'Ucraina non abbia rimosso il titolo
di eroe nazionale a Stepan Bandera e ad altri membri dell'<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Massacri_di_polacchi_in_Volinia_e_Galizia_orientale">organizzazione
nazista UPA</a>.</li>
<li>Sospensione all'invio di armi finché l'Ucraina continuerà a bombardare i
centri abitati privi di installazioni militari.</li>
</ol>
<p>Si noti che nessuno di questi punti richiede la collaborazione o un previo
accordo con altri paesi (anche l'ingresso nella NATO è possibile solo col voto
unanime di tutti i membri esistenti, come ben ci ricorda la Turchia), e tutti
potrebbero essere immediatamente implementati. Quanto più crescerà il numero di
paesi occidentali che porteranno avanti queste politiche, tanto più crescerà
l'incertezza tra la popolazione russa, e col tempo anche l'incomprensione e il
discontento, visto che verrebbero a mancare i motivi ideologici che sostengono
il conflitto da parte russa.</p>
<p>Se poi vogliamo parlare di un piano di pace, concordato tra NATO, Ucraina e
Russia, questo potrebbe essere svolto lungo queste linee:</p>
<ol>
<li>L'Ucraina condanna l'ideologia nazista (quindi Bandera e amici), accetta di
aprire una commissione internazionale (includente anche la Russia) di
inchiesta sulle stragi del Maidan e di Odessa.</li>
<li>L'Ucraina assegna al russo lo stato di seconda lingua ufficiale, similmente
allo stato della lingua svedese in Finlandia<sup id="fnref:2"><a class="footnote-ref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fn:2">2</a></sup>.</li>
<li>L'Ucraina promulga una serie di leggi per garantire una limitata autonomia
alle 5 regioni attualmente sotto il controllo russo (inclusa la Crimea) e
l'amnistia per tutti i ribelli che non si siano macchiati di crimini di
guerra (quindi una sorta di accordi di Minsk estesi a tutte le regioni
occupate).</li>
<li>L'Ucraina promette di non ospitare forze e apparecchiature militari di paesi
terzi nel proprio territorio, né di partecipare ed esercitazioni militari
congiunte, senza il consenso della Federazione Russa. Può tuttavia entrare
in alleanze militari a scopo difensivo.</li>
<li>L'Ucraina promette di non mettere mai in atto sanzioni contro la Russia, né
di richiedere visti ai cittadini russi per l'attraversamento della
frontiera.</li>
<li>L'esercito russo si ritira, e viene temporaneamente sostituito dalle forze
armate di un paese terzo, non membro NATO, scelto dall'Ucraina.</li>
<li>Nuovi referendum, sotto il controllo di osservatori internazionali (incluso
ucraini e russi) nelle 5 regioni contese. I tempi saranno decisi
dall'Ucraina. Russia e Ucraina si impegnano a riconoscerne e ad
implementarne gli esiti.</li>
<li>Le missione di pace introdotta al punto 6 viene dissolta.</li>
</ol>
<p>È fondamentale comprendere che le questioni territoriali sono di secondaria
importanza, e quello che più preme alla popolazione russa è l'avere buoni
rapporti coi paesi confinanti e non doversi preoccupare di colpi di stato,
rivoluzioni colorate fomentate dall'Occidente o di altri tentativi di mettere
il popolo ucraino contro quello russo. Se, per esempio, vi fosse una regione
russa che desiderasse separarsi dalla Federazione e venire annessa alla
Bielorussia, sono convinto che questo potrebbe avvenire in maniera pacifica
senza serie ripercussioni, in quanto i rapporti tra i due paesi sono buoni e la
Bielorussia non viene percepita come una minaccia. Questa era anche la
situazione con l'Ucraina prima del 2014<sup id="fnref:3"><a class="footnote-ref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fn:3">3</a></sup>, ed è la situazione a cui si
dovrebbe cercare di ritornare.</p>
<div class="footnote">
<hr>
<ol>
<li id="fn:1">
<p>Si veda per esempio il <a href="https://www.ohchr.org/sites/default/files/Documents/Countries/UA/ReportUkraineMay-August2018_EN.pdf">rapporto del periodo Maggio-Agosto
2018</a>,
a pagina 5, punto 22. Altri rapporti sono visibili <a href="https://www.ohchr.org/en/documents-listing?field_content_category_target_id[180]=180&field_content_category_target_id[182]=182&field_geolocation_target_id[1136]=1136&field_entity_target_id[1349]=1349&field_published_date_value[min]=&field_published_date_value[max]=&sort_bef_combine=field_published_date_value_DESC&page=0">in questa lista</a>. <a class="footnote-backref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fnref:1" title="Jump back to footnote 1 in the text">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:2">
<p>Si osservi che in Finlandia lo svedese è la lingua madre del 5% della
popolazione soltanto, mentre in Ucraina il russo è la lingua madre di circa
il 30% della popolazione. <a class="footnote-backref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fnref:2" title="Jump back to footnote 2 in the text">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:3">
<p>Non esattamente, visto che vi erano già stati tentativi di rivoluzioni
colorate e di instaurazione di governi anti-russi. Spero mi sia concessa
questa semplificazione. <a class="footnote-backref" href="http://mardy.it/it/blog/2023/01/un-piano-di-pace-per-lucraina.html#fnref:3" title="Jump back to footnote 3 in the text">↩</a></p>
</li>
</ol>
</div>Auronzo - Bivacco Tiziano - Bivacco Musattihttp://mardy.it/it/blog/2022/07/auronzo-bivacco-tiziano-bivacco-musatti.html2022-07-25T15:34:46+03:002022-07-25T15:34:46+03:00Alberto Mardegan<p>La giornata di ieri ha visto me e Yulia protagonisti di un paio di insuccessi
escursionistici, ma ci tengo comunque a buttar giù due note a riguardo, perché
mi riprometto di ritentare almeno una delle due imprese in un futuro prossimo.</p>
<p>L'obiettivo iniziale era quello di visitare il rifugio-bivacco Tiziano, sul gruppo montuoso delle Marmarole, a quota 2246 metri, partendo dalla Casa Alpina D. Savio (sulla strada Auronzo - Misurina), a circa 1000 metri di altitudine.</p>
<p>Il sentiero da seguire è il numero 260, che ci è parso da subito poco segnato:
non era ovvio il punto dove andava imboccato e, una volta trovatolo, dopo
alcune centinaia di metri l'abbiamo perso e ci siamo ritrovati in mezzo a una
radura che, se non fosse stato per il nostro desiderio di ricongiungerci al
sentiero, sarebbe stata paradisiaca: una distesa di piante di lamponi e
fragoline di bosco, dei cui frutti abbiamo goduto mentre ci facevamo strada
verso il sentiero principale.</p>
<figure style="margin: 0 auto; width: 725px">
<img src="http://mardy.it/archivos/imagines/blog/2022-07-24%20Tiziano.png" class="shadow-sm">
<figcaption>La nostra passeggiata:
<ol>
<li>La “radura dei lamponi”</li>
<li>Il punto più alto che abbiamo raggiunto del sentiero verso il bivacco Tiziano</li>
<li>La pista ciclo-pedonale lungo l'Ansiei</li>
<li>Il punto dove inizia la fune ferrata nel sentiero verso il Musatti</li>
</ol>
</figcaption>
</figure>
<p>Ritrovata la via maestra, abbiamo proceduto la salita, prima nel bosco e poi su
un ghiaione che, pur non presentando particolari difficoltà, ci faceva
preoccupare per il ritorno. Una volta completato, abbiamo incontrato un altro
escursionista che stava scendendo, avendo riunciato alla salita. Alla nostra
offerta di proseguire la passeggiata insieme ha riconsiderato la sua
risoluzione e si è rimesso in cammino dietro di noi. Il sentiero era parecchio
ripido, proseguendo a serpentina stretta, senza presentare spiazzi per soste o
viste panoramiche. Dopo un po', il nostro accompagnatore si è fermato ancora
una volta ed ha deciso di tornare indietro. Noi abbiamo proseguito fino ad una
quota di poco superiore ai 1500 metri, quando abbiamo incontrato un lastrone di
pietra poco invitante: il fatto che mancassero ancora circa 700 metri di
dislivello da coprire, e la paura di incontrare ancora parecchi di questi
lastroni, che ci facevano paura soprattutto in vista del cammino di ritorno, ci
hanno persuasi ad abbandonare la missione e a tornare a valle. Lungo il
ritorno, abbiamo incontrato un paio di gruppi di escursionisti che stavano
salendo al bivacco, ed abbiamo iniziato a dubitare della bontà della nostra
decisione. Poi, incontrato il ghiaione e avendolo sceso senza difficoltà
alcuna, ci siamo decisamente pentiti di essere tornati indietro e ci siamo
riproposti di riaffrontare la salita un altro giorno.</p>
<figure style="margin: 0 auto; width: 640px">
<video id="video" controls preload="metadata">
<source src="http://mardy.it/archivos/videos/2022-07-24%20Teschio.mp4" type="video/mp4">
</source></video>
<figcaption>Un agghiacciante ritrovamento durante la discesa!</figcaption>
</figure>
<p>Ritornati all'inizio del sentiero, abbiamo seguito la pista ciclabile lungo il
torrente Ansiei in direzione Misurina, con l'intenzione di consolarci
passeggiando un po' lungo il fiume, ma una volta incontrate le tabelle che
segnalavano l'inizio dei sentieri 226 e 279 abbiamo deciso di seguire
quest'ultimo, prefissandoci un tempo limite di 1 ora (ed essendo ben coscienti
che in un tale lasso di tempo mai avremmo potuto raggiungere il bivacco
Musatti).</p>
<p>La bellezza del sentiero, tuttavia, ci ha indotto a seguirlo più a lungo: la
parte iniziale si snoda interamente nel bosco, su terreno morbido coperto di
aghi di pini e foglie secche, abbastanza ripido e a tratti esposto (non alla
roccia, ma una caduta laterale di diversi metri può far male comunque, anche se
il terreno è superficialmente soffice!). Nel complesso, decisamente gradevole.</p>
<p>A quota 1300 circa si arriva a un piccolo promontorio sul quale si può riposare
e che offre una discreta veduta panoramica.</p>
<p>Proseguendo, il sentiero continua ad essere ripido, e diventa impervio dopo
quota 1600, dove abbiamo incontrato la fune metallica che aiuta a salire i
punti più difficili. A quel punto abbiamo rinunciato alla salita, ma questa
volta senza troppi rammarici, in quanto già lo scendere quei pochi metri di
roccia che avevamo scalato ci è sembrata un'impresa non facile. Sicuramente i
bastoni che avevamo non erano di aiuto, in quanto è opportuno avere entrambe le
mani libere per proseguire su questi passaggi; magari, se ci daremo un po' di
coraggio, anque questo percorso potremo riaffrontarlo in futuro.</p><p>La giornata di ieri ha visto me e Yulia protagonisti di un paio di insuccessi
escursionistici, ma ci tengo comunque a buttar giù due note a riguardo, perché
mi riprometto di ritentare almeno una delle due imprese in un futuro prossimo.</p>
<p>L'obiettivo iniziale era quello di visitare il rifugio-bivacco Tiziano, sul gruppo montuoso delle Marmarole, a quota 2246 metri, partendo dalla Casa Alpina D. Savio (sulla strada Auronzo - Misurina), a circa 1000 metri di altitudine.</p>
<p>Il sentiero da seguire è il numero 260, che ci è parso da subito poco segnato:
non era ovvio il punto dove andava imboccato e, una volta trovatolo, dopo
alcune centinaia di metri l'abbiamo perso e ci siamo ritrovati in mezzo a una
radura che, se non fosse stato per il nostro desiderio di ricongiungerci al
sentiero, sarebbe stata paradisiaca: una distesa di piante di lamponi e
fragoline di bosco, dei cui frutti abbiamo goduto mentre ci facevamo strada
verso il sentiero principale.</p>
<figure style="margin: 0 auto; width: 725px">
<img src="http://mardy.it/archivos/imagines/blog/2022-07-24%20Tiziano.png" class="shadow-sm">
<figcaption>La nostra passeggiata:
<ol>
<li>La “radura dei lamponi”</li>
<li>Il punto più alto che abbiamo raggiunto del sentiero verso il bivacco Tiziano</li>
<li>La pista ciclo-pedonale lungo l'Ansiei</li>
<li>Il punto dove inizia la fune ferrata nel sentiero verso il Musatti</li>
</ol>
</figcaption>
</figure>
<p>Ritrovata la via maestra, abbiamo proceduto la salita, prima nel bosco e poi su
un ghiaione che, pur non presentando particolari difficoltà, ci faceva
preoccupare per il ritorno. Una volta completato, abbiamo incontrato un altro
escursionista che stava scendendo, avendo riunciato alla salita. Alla nostra
offerta di proseguire la passeggiata insieme ha riconsiderato la sua
risoluzione e si è rimesso in cammino dietro di noi. Il sentiero era parecchio
ripido, proseguendo a serpentina stretta, senza presentare spiazzi per soste o
viste panoramiche. Dopo un po', il nostro accompagnatore si è fermato ancora
una volta ed ha deciso di tornare indietro. Noi abbiamo proseguito fino ad una
quota di poco superiore ai 1500 metri, quando abbiamo incontrato un lastrone di
pietra poco invitante: il fatto che mancassero ancora circa 700 metri di
dislivello da coprire, e la paura di incontrare ancora parecchi di questi
lastroni, che ci facevano paura soprattutto in vista del cammino di ritorno, ci
hanno persuasi ad abbandonare la missione e a tornare a valle. Lungo il
ritorno, abbiamo incontrato un paio di gruppi di escursionisti che stavano
salendo al bivacco, ed abbiamo iniziato a dubitare della bontà della nostra
decisione. Poi, incontrato il ghiaione e avendolo sceso senza difficoltà
alcuna, ci siamo decisamente pentiti di essere tornati indietro e ci siamo
riproposti di riaffrontare la salita un altro giorno.</p>
<figure style="margin: 0 auto; width: 640px">
<video id="video" controls preload="metadata">
<source src="http://mardy.it/archivos/videos/2022-07-24%20Teschio.mp4" type="video/mp4">
</source></video>
<figcaption>Un agghiacciante ritrovamento durante la discesa!</figcaption>
</figure>
<p>Ritornati all'inizio del sentiero, abbiamo seguito la pista ciclabile lungo il
torrente Ansiei in direzione Misurina, con l'intenzione di consolarci
passeggiando un po' lungo il fiume, ma una volta incontrate le tabelle che
segnalavano l'inizio dei sentieri 226 e 279 abbiamo deciso di seguire
quest'ultimo, prefissandoci un tempo limite di 1 ora (ed essendo ben coscienti
che in un tale lasso di tempo mai avremmo potuto raggiungere il bivacco
Musatti).</p>
<p>La bellezza del sentiero, tuttavia, ci ha indotto a seguirlo più a lungo: la
parte iniziale si snoda interamente nel bosco, su terreno morbido coperto di
aghi di pini e foglie secche, abbastanza ripido e a tratti esposto (non alla
roccia, ma una caduta laterale di diversi metri può far male comunque, anche se
il terreno è superficialmente soffice!). Nel complesso, decisamente gradevole.</p>
<p>A quota 1300 circa si arriva a un piccolo promontorio sul quale si può riposare
e che offre una discreta veduta panoramica.</p>
<p>Proseguendo, il sentiero continua ad essere ripido, e diventa impervio dopo
quota 1600, dove abbiamo incontrato la fune metallica che aiuta a salire i
punti più difficili. A quel punto abbiamo rinunciato alla salita, ma questa
volta senza troppi rammarici, in quanto già lo scendere quei pochi metri di
roccia che avevamo scalato ci è sembrata un'impresa non facile. Sicuramente i
bastoni che avevamo non erano di aiuto, in quanto è opportuno avere entrambe le
mani libere per proseguire su questi passaggi; magari, se ci daremo un po' di
coraggio, anque questo percorso potremo riaffrontarlo in futuro.</p>L'acqua santa non ritorneràhttp://mardy.it/it/blog/2022/02/lacqua-santa-non-ritornera.html2022-02-03T18:30:13+03:002022-02-03T18:30:13+03:00Alberto Mardegan<p>Forse ciò che mi ha colpito di più la scorsa estate, quando sono ritornato in
Italia in tempo di pandemenza, è stato trovare le acquesantiere vuote. La
sensazione provata in quel gesto abituale, stavolta culminato col tocco della
pietra asciutta con le mie dita, mi ritorna periodicamente alla memoria e mi
infonde un certo senso di incompletezza, decadenza, se non proprio di
sgradevolezza.</p>
<p>Sono tornato a rifletterci più di una volta, e — forse per il fatto di vivere
all'estero e di non aver ascoltato o letto le motivazioni ufficiali della sua
rimozione — la domanda più martellante che il ricordo dell'acqua santa mi
suggerisce è questa: abbiamo tutti perso la fede?</p>
<p>Già, perché se da un punto di vista scientifico sappiamo benissimo che la
benedizione del sacerdote non cambia la composizione chimica dell'acqua e non
le conferisce alcuna proprietà antivirale, sappiamo anche, da fedeli, che
l'acqua in cui intingiamo le dita è acqua <em>santa</em>. E ciò che è santo, per
definizione, ci avvicina a Dio, e non va temuto. L'acqua benedetta non si beve
a tavola, non si getta nel lavandino; al contrario, ci eleva: viene usata nei
battesimi, e negli esorcismi per scacciare i demoni. Nella cerimonia
dell'aspersione si prega con queste parole:</p>
<blockquote>
<p>Signore Dio onnipotente, fonte e origine della vita, benedici quest’acqua con
la quale saremo aspersi, fiduciosi di ottenere il perdono dei peccati, <strong>la
difesa da ogni malattia</strong> e dalle insidie del maligno, e la grazia della tua
protezione. Nella tua misericordia donaci, o Signore, una sorgente di acqua
viva che zampilli per la vita eterna, perché, liberi da ogni pericolo
dell’anima e del corpo, possiamo venire a te con cuore puro. Per Cristo
nostro Signore.<sup id="fnref:1"><a class="footnote-ref" href="http://mardy.it/it/blog/2022/02/lacqua-santa-non-ritornera.html#fn:1">1</a></sup></p>
</blockquote>
<p>Altrettanto esplicito è il testo della benedizione in latino, laddove recita
<em>“ut creatura tua, mysteriis tuis serviens, ad abigendos dæmones morbosque
pellendos divinæ gratiæ sumat effectum”</em> (“affinché la tua creatura [l'acqua],
diventi un agente di grazia divina al servizio dei tuoi misteri, per scacciare
gli spiriti maligni e allontanare le malattie”). Fermo restando che va
condannato l'uso superstizioso dell'acqua benedetta così come di tutti gli
altri oggetti santificati e dei rituali, la fede ci impone di riconoscere che
il fedele autenticamente credente nel Signore non potrà corrompersi venendo a
contatto con l'acqua santa, indipendentemente da quanti virus e batteri ne
siano stati versati dentro.</p>
<p>Chi ha un minimo di fede sa benissimo che il Signore non permetterà che chi lo
cerca venga attaccato da una malattia trasmessa proprio da un oggetto
santificato; sa pure che, se una propria futura malattia fosse contemplata nel
disegno divino, questa si abbatterebbe su di lui nonostante vaccinazioni,
mascherine, distanziamenti sociali e aquesantiere vuote. Il che, si badi bene,
non significa non essere artefici della propria vita: significa riconoscere il
ruolo del sacro e il potere del Signore di operare nel nostro quotidiano.
Quindi non rassegnazione, ma ricerca attiva del divino.</p>
<p>È per questo che provo un certo rammarico e un profondo senso di delusione,
soprattutto rivolto alle autorità ecclesiastiche che, obbedendo ciecamente e
convintamente ai diktat del potere politico, vuoi con chiusure dei luoghi di
culto nei periodi del <em>lockdown</em>, vuoi con distanziamenti, mascherine e
rimozione dell'acqua benedetta, hanno dimostrato, nella mia percezione, di
riporre maggior fede nell'Organizzazione Mondiale della Sanità che nella
Provvidenza.</p>
<p>Temo che non sia stata colta appieno la pericolosità di questi cambiamenti per
quanto riguarda gli effetti a lungo termine sulla fede delle comunità. Comunità
che un tempo si meravigliavano per l'avventatezza dei religiosi che prestavano
le loro cure ai lebbrosi e ai malati di peste, incuranti della propria
incolumità e desiderosi soltanto di servire Dio e le sue creature. Non solo
oggi mancano esempi simili, ma anche la sola menzione del concetto di
"Provvidenza" non viene accettata, se non nei contesti più astratti.</p>
<p>La rimozione dell'acqua benedetta o, forse peggio ancora, il suo ritorno in
forma di un pratico dispenser, relega Dio nei piani più alti dell'iperuranio,
dove vivono le belle idee che mai, tuttavia, potranno influenzare la vita
terrena.</p>
<p>Io, senza vergognarmene, continuerò a credere che l'acqua santa non possa
contagiare il fedele.</p>
<div class="footnote">
<hr>
<ol>
<li id="fn:1">
<p>Dal Messale Romano, edizione 2020, pagina 990. <a class="footnote-backref" href="http://mardy.it/it/blog/2022/02/lacqua-santa-non-ritornera.html#fnref:1" title="Jump back to footnote 1 in the text">↩</a></p>
</li>
</ol>
</div><p>Forse ciò che mi ha colpito di più la scorsa estate, quando sono ritornato in
Italia in tempo di pandemenza, è stato trovare le acquesantiere vuote. La
sensazione provata in quel gesto abituale, stavolta culminato col tocco della
pietra asciutta con le mie dita, mi ritorna periodicamente alla memoria e mi
infonde un certo senso di incompletezza, decadenza, se non proprio di
sgradevolezza.</p>
<p>Sono tornato a rifletterci più di una volta, e — forse per il fatto di vivere
all'estero e di non aver ascoltato o letto le motivazioni ufficiali della sua
rimozione — la domanda più martellante che il ricordo dell'acqua santa mi
suggerisce è questa: abbiamo tutti perso la fede?</p>
<p>Già, perché se da un punto di vista scientifico sappiamo benissimo che la
benedizione del sacerdote non cambia la composizione chimica dell'acqua e non
le conferisce alcuna proprietà antivirale, sappiamo anche, da fedeli, che
l'acqua in cui intingiamo le dita è acqua <em>santa</em>. E ciò che è santo, per
definizione, ci avvicina a Dio, e non va temuto. L'acqua benedetta non si beve
a tavola, non si getta nel lavandino; al contrario, ci eleva: viene usata nei
battesimi, e negli esorcismi per scacciare i demoni. Nella cerimonia
dell'aspersione si prega con queste parole:</p>
<blockquote>
<p>Signore Dio onnipotente, fonte e origine della vita, benedici quest’acqua con
la quale saremo aspersi, fiduciosi di ottenere il perdono dei peccati, <strong>la
difesa da ogni malattia</strong> e dalle insidie del maligno, e la grazia della tua
protezione. Nella tua misericordia donaci, o Signore, una sorgente di acqua
viva che zampilli per la vita eterna, perché, liberi da ogni pericolo
dell’anima e del corpo, possiamo venire a te con cuore puro. Per Cristo
nostro Signore.<sup id="fnref:1"><a class="footnote-ref" href="http://mardy.it/it/blog/2022/02/lacqua-santa-non-ritornera.html#fn:1">1</a></sup></p>
</blockquote>
<p>Altrettanto esplicito è il testo della benedizione in latino, laddove recita
<em>“ut creatura tua, mysteriis tuis serviens, ad abigendos dæmones morbosque
pellendos divinæ gratiæ sumat effectum”</em> (“affinché la tua creatura [l'acqua],
diventi un agente di grazia divina al servizio dei tuoi misteri, per scacciare
gli spiriti maligni e allontanare le malattie”). Fermo restando che va
condannato l'uso superstizioso dell'acqua benedetta così come di tutti gli
altri oggetti santificati e dei rituali, la fede ci impone di riconoscere che
il fedele autenticamente credente nel Signore non potrà corrompersi venendo a
contatto con l'acqua santa, indipendentemente da quanti virus e batteri ne
siano stati versati dentro.</p>
<p>Chi ha un minimo di fede sa benissimo che il Signore non permetterà che chi lo
cerca venga attaccato da una malattia trasmessa proprio da un oggetto
santificato; sa pure che, se una propria futura malattia fosse contemplata nel
disegno divino, questa si abbatterebbe su di lui nonostante vaccinazioni,
mascherine, distanziamenti sociali e aquesantiere vuote. Il che, si badi bene,
non significa non essere artefici della propria vita: significa riconoscere il
ruolo del sacro e il potere del Signore di operare nel nostro quotidiano.
Quindi non rassegnazione, ma ricerca attiva del divino.</p>
<p>È per questo che provo un certo rammarico e un profondo senso di delusione,
soprattutto rivolto alle autorità ecclesiastiche che, obbedendo ciecamente e
convintamente ai diktat del potere politico, vuoi con chiusure dei luoghi di
culto nei periodi del <em>lockdown</em>, vuoi con distanziamenti, mascherine e
rimozione dell'acqua benedetta, hanno dimostrato, nella mia percezione, di
riporre maggior fede nell'Organizzazione Mondiale della Sanità che nella
Provvidenza.</p>
<p>Temo che non sia stata colta appieno la pericolosità di questi cambiamenti per
quanto riguarda gli effetti a lungo termine sulla fede delle comunità. Comunità
che un tempo si meravigliavano per l'avventatezza dei religiosi che prestavano
le loro cure ai lebbrosi e ai malati di peste, incuranti della propria
incolumità e desiderosi soltanto di servire Dio e le sue creature. Non solo
oggi mancano esempi simili, ma anche la sola menzione del concetto di
"Provvidenza" non viene accettata, se non nei contesti più astratti.</p>
<p>La rimozione dell'acqua benedetta o, forse peggio ancora, il suo ritorno in
forma di un pratico dispenser, relega Dio nei piani più alti dell'iperuranio,
dove vivono le belle idee che mai, tuttavia, potranno influenzare la vita
terrena.</p>
<p>Io, senza vergognarmene, continuerò a credere che l'acqua santa non possa
contagiare il fedele.</p>
<div class="footnote">
<hr>
<ol>
<li id="fn:1">
<p>Dal Messale Romano, edizione 2020, pagina 990. <a class="footnote-backref" href="http://mardy.it/it/blog/2022/02/lacqua-santa-non-ritornera.html#fnref:1" title="Jump back to footnote 1 in the text">↩</a></p>
</li>
</ol>
</div>La premiazione di Maria Shukshina al Cremlinohttp://mardy.it/it/blog/2021/09/la-premiazione-di-maria-shukshina-al-cremlino.html2021-09-07T11:42:03+03:002021-09-07T11:42:03+03:00Alberto Mardegan<p>Il 31 agosto di quest'anno all'attrice russa Maria Shukshina è stata conferita
una medaglia per “servizio alla Patria” nell'ambito della cultura. A
consegnarle la medaglia è stato il primo ministro russo Michail Mishustin, che
probabilmente però non si aspettava dall'attrice un discorso di questa portata:</p>
<video id="video" controls preload="metadata">
<source src="http://mardy.it/archivos/videos/Premiazione%20Maria%20Shukshina.mp4" type="video/mp4">
<track label="Italiano" kind="subtitles" srclang="it" src="http://mardy.it/archivos/videos/Premiazione%20Maria%20Shukshina.vtt" default>
</track></source></video>
<p>L'ho sottotitolato per voi con tanto amore, e spero con pochi errori. Cercate
di non farvi troppo distrarre dal volto impassibile del primo ministro, anche
se effettivamente questo da solo varrebbe la visione del video.</p>
<p>La domanda per voi, chiaramente, è questa: vi sono stati episodi analoghi in
Italia, in cui un personaggio dello spettacolo si sia rivolto così a Draghi,
davanti alle telecamere nazionali?</p><p>Il 31 agosto di quest'anno all'attrice russa Maria Shukshina è stata conferita
una medaglia per “servizio alla Patria” nell'ambito della cultura. A
consegnarle la medaglia è stato il primo ministro russo Michail Mishustin, che
probabilmente però non si aspettava dall'attrice un discorso di questa portata:</p>
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</track></source></video>
<p>L'ho sottotitolato per voi con tanto amore, e spero con pochi errori. Cercate
di non farvi troppo distrarre dal volto impassibile del primo ministro, anche
se effettivamente questo da solo varrebbe la visione del video.</p>
<p>La domanda per voi, chiaramente, è questa: vi sono stati episodi analoghi in
Italia, in cui un personaggio dello spettacolo si sia rivolto così a Draghi,
davanti alle telecamere nazionali?</p>Un libro per riflettere: Donbasshttp://mardy.it/it/blog/2021/08/un-libro-per-riflettere-donbass.html2021-08-07T17:41:44+03:002021-08-07T17:41:44+03:00Alberto Mardegan<p>Il giornalista Vittorio Nicola Rangeloni ha recentemente pubblicato un libro, “Donbass — Le mie cronache di guerra”, in cui racconta la sua esperienza in Ucraina, paese in cui ha trascorso buona parte degli anni tra il 2014 ed oggi. A differenza dei suoi rapporti dal fronte, per il cui rigore ed obiettività si è fatto sempre apprezzare da chi lo segue sulle reti sociali, questo libro è una sequenza di pagine vive, in cui i numeri delle statistiche sulle vittime della guerra lasciano il posto alle storie di queste persone, che l'autore raccoglie e ci fa rivivere tramite la sua penna.</p>
<p>È un libro che non può che produrre emozioni forti e lo fa con un linguaggio colto e fluido, in cui non mancano passaggi che non esiterei a definire poetici, in particolare per come viene dipinto il contrasto tra il futuro che i protagonisti del racconto si aspettano (o che noi lettori siamo indotti ad auspicare per loro) e la triste realtà che vive chi trascorre la sua vita a poche centinaia di metri da un fronte di guerra. Rangeloni non usa parole forti, non descrive apertamente le sue emozioni, eppure (o forse proprio per questo) tramite la viva descrizione delle sue giornate e dei suoi incontri riesce a farle rivivere benissimo nel lettore, che a tratti si trova spaesato, a tratti impaurito, a tratti angosciato.</p>
<p>Civili o combattenti, gli amici che l'autore ci fa conoscere ed amare vengono cancellati dalla pagina con la stessa rapidità dei proiettili che hanno posto fine alle loro vite. Il susseguirsi delle introduzioni alle nuove conoscenze ed amicizie del giornalista, le brevi descrizioni delle loro case danneggiate dai colpi dei mortai, le tazze di tè offerte al visitatore da chi ha poco o nulla da mangiare, e, talvolta, la notizia della loro prematura scomparsa, ci portano in una dimensione dove i freddi bollettini di guerra (pur spesso <a href="http://mardy.it/it/blog/2018/04/what-you-dont-hear-about-ukraine.html">taciuti dai mezzi di informazione occidentali</a>) non riescono ad entrare: è la dimensione umana della guerra, in cui non vi sono numeri ma volti, emozioni e speranze.</p>
<p>Il valore del libro sta principalmente in questo: è un'arma contro l'indifferenza, contro la convinzione di saperne abbastanza di un conflitto che, dimenticato dalle televisioni, sembra non aver più nulla da dirci. Mentre nel cuore dell'Europa si continua a morire.</p>
<p>Ho letto con inconsueta (per me) avidità, e spesso con occhi lucidi, le più di trecento pagine di questo libro, e apprezzato la piccola raccolta fotografica che ne costituisce le ultime pagine. Come avrete già capito, il fatto che abbia preso la briga di parlare di questo libro significa che ne consiglio caldamente la lettura.</p>
<h5>Dove aquistarlo</h5>
<p>“Donbass — Le mie cronache di guerra” è edito da <a href="http://www.idrovolanteedizioni.it/libri/donbass-le-mie-cronache-di-guerra/">Idrovolante edizioni</a> ed è anche disponibile in molte altre librerie in linea.</p><p>Il giornalista Vittorio Nicola Rangeloni ha recentemente pubblicato un libro, “Donbass — Le mie cronache di guerra”, in cui racconta la sua esperienza in Ucraina, paese in cui ha trascorso buona parte degli anni tra il 2014 ed oggi. A differenza dei suoi rapporti dal fronte, per il cui rigore ed obiettività si è fatto sempre apprezzare da chi lo segue sulle reti sociali, questo libro è una sequenza di pagine vive, in cui i numeri delle statistiche sulle vittime della guerra lasciano il posto alle storie di queste persone, che l'autore raccoglie e ci fa rivivere tramite la sua penna.</p>
<p>È un libro che non può che produrre emozioni forti e lo fa con un linguaggio colto e fluido, in cui non mancano passaggi che non esiterei a definire poetici, in particolare per come viene dipinto il contrasto tra il futuro che i protagonisti del racconto si aspettano (o che noi lettori siamo indotti ad auspicare per loro) e la triste realtà che vive chi trascorre la sua vita a poche centinaia di metri da un fronte di guerra. Rangeloni non usa parole forti, non descrive apertamente le sue emozioni, eppure (o forse proprio per questo) tramite la viva descrizione delle sue giornate e dei suoi incontri riesce a farle rivivere benissimo nel lettore, che a tratti si trova spaesato, a tratti impaurito, a tratti angosciato.</p>
<p>Civili o combattenti, gli amici che l'autore ci fa conoscere ed amare vengono cancellati dalla pagina con la stessa rapidità dei proiettili che hanno posto fine alle loro vite. Il susseguirsi delle introduzioni alle nuove conoscenze ed amicizie del giornalista, le brevi descrizioni delle loro case danneggiate dai colpi dei mortai, le tazze di tè offerte al visitatore da chi ha poco o nulla da mangiare, e, talvolta, la notizia della loro prematura scomparsa, ci portano in una dimensione dove i freddi bollettini di guerra (pur spesso <a href="http://mardy.it/it/blog/2018/04/what-you-dont-hear-about-ukraine.html">taciuti dai mezzi di informazione occidentali</a>) non riescono ad entrare: è la dimensione umana della guerra, in cui non vi sono numeri ma volti, emozioni e speranze.</p>
<p>Il valore del libro sta principalmente in questo: è un'arma contro l'indifferenza, contro la convinzione di saperne abbastanza di un conflitto che, dimenticato dalle televisioni, sembra non aver più nulla da dirci. Mentre nel cuore dell'Europa si continua a morire.</p>
<p>Ho letto con inconsueta (per me) avidità, e spesso con occhi lucidi, le più di trecento pagine di questo libro, e apprezzato la piccola raccolta fotografica che ne costituisce le ultime pagine. Come avrete già capito, il fatto che abbia preso la briga di parlare di questo libro significa che ne consiglio caldamente la lettura.</p>
<h5>Dove aquistarlo</h5>
<p>“Donbass — Le mie cronache di guerra” è edito da <a href="http://www.idrovolanteedizioni.it/libri/donbass-le-mie-cronache-di-guerra/">Idrovolante edizioni</a> ed è anche disponibile in molte altre librerie in linea.</p>Cammino quindi penso - 2021-06-07 - Il senso di una discussionehttp://mardy.it/it/blog/2021/06/cammino-quindi-penso-2021-06-07-il-senso-di-una-discussione.html2021-06-07T22:35:30+03:002021-06-07T22:35:30+03:00Alberto Mardegan<p>Qualche consiglio su come impostare una discussione in modo che risulti un
dialogo civile e possibilmente pure fruttifero.</p>
<div class="youtube-video align-center">
<iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube-nocookie.com/embed/fdWsgDAqFL0?rel=0&wmode=transparent" frameborder="0" allow="encrypted-media" allowfullscreen></iframe>
</div><p>Qualche consiglio su come impostare una discussione in modo che risulti un
dialogo civile e possibilmente pure fruttifero.</p>
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</div>Cammino quindi penso - 2021-05-18 - Palestina, conflitto mal raccontatohttp://mardy.it/it/blog/2021/05/cammino-quindi-penso-2021-05-18-palestina-conflitto-mal-raccontato.html2021-05-18T12:54:36+03:002021-05-18T12:54:36+03:00Alberto Mardegan<p>I nostri mezzi di informazione raccontano gli eventi in Palestina in maniera
distorta, mettendo sullo stesso piano l'aggressore e l'aggredito — talvolta,
addirittura, imputando a quest'ultimo le vittime di questo conflitto.</p>
<div class="youtube-video align-center">
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</div><p>I nostri mezzi di informazione raccontano gli eventi in Palestina in maniera
distorta, mettendo sullo stesso piano l'aggressore e l'aggredito — talvolta,
addirittura, imputando a quest'ultimo le vittime di questo conflitto.</p>
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</div>Cammino quindi penso - 2021-04-16 - Tramite conoscentihttp://mardy.it/it/blog/2021/04/cammino-quindi-penso-2021-04-16-tramite-conoscenti.html2021-04-16T22:53:58+03:002021-04-16T22:53:58+03:00Alberto Mardegan<p>Sull'importanza di una rete di conoscenze, e di come la didattica a distanza
sia un ostacolo alla sua formazione.</p>
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</div><p>Sull'importanza di una rete di conoscenze, e di come la didattica a distanza
sia un ostacolo alla sua formazione.</p>
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